BIO
La prima volta che li vidi su un palco non si chiamavano ancora Tunas, ma Omens. Era il 2001, nella più classica delle situazioni emiliano-romagnole: alla Festa de l'Unità di Castenaso, in provincia di Bologna. Sotto una tettoia di lamiera ondulata, nello “spazio giovani”, fra lambrusco e crescentine. Il suono, come era prevedibile, era pessimo. Non il loro, quello dell'impianto. La prima domanda che mi posi, dopo avere ascoltato le prime note, fu: perchè dei ventenni della bassa bolognese suonano ispirandosi ai Sonics? La seconda: perchè, soprattutto, lo fanno così bene? Quando Riccardo “Frabbo” Frabetti, aka Cool Face, attaccò a cantare il mio stupore iniziale si trasformò in totale incredulità: non è possibile che quel ragazzino con gli occhiali cresciuto a lasagne e tortellini possa cantare così! Un'attitudine al garage-punk che si può definire “totale”, che nel tempo si è aperta a sonorità soul e rhythm’n’blues. Nel 2003 diventano Tunas e sul palco appare Erica Preli la “go go dancer”, il ballo come parte integrante del gruppo: perfetti. Nel 2006 il primo album “The Tunas... au go go” (nel 2008 esce “We cut our fingers in July”). E fu così che il nome dei Tunas (assieme a Riccardo: Davide Montevecchi, chitarra, Lorenzo Velardi, basso e Luca "Ginger" Donigaglia, batteria) cominciò giustamente a “girare” per Bologna in una rapida escalation che ha portato la band, in un tempo sorprendentemente breve, ad essere prima uno dei capisaldi della scena rock cittadina e poi uno dei più apprezzati gruppi indipendenti italiani.