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Central Unit

1794

50 anni di musica rock a Bologna!

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BIO

Radio Città 103: 1980. Alcuni programmatori musicali pensarono che fosse ora di dare vita ad un gruppo. Nacquero i Central Unit. Sull’imbarcazione presero posto Natale Nitti (voce, tastiere), Alberto Pietropoli (già nei Windopen, tastiere, sax), Enrico Giuliani (già tastierista nei Frog’s Horryfing Cry, basso) e Roberto Caramelli (programmazione, tastiere), capaci di un sound dichiaratamente elettronico, in netta contrapposizione con il punk imperante in città. La band fu chiamata ad aprire i concerti dei Monochrome Set e Spandau Ballet ed aggiunse la presenza di Alvise Cristinelli (violino) riuscendo a dare al sound un'ulteriore particolarità. La L.M. di Lido Adriano (Ravenna), molto attiva in quegli anni e che legherà il suo nome al debutto di un altro ensemble bolognese, i Surprize, decise di pubblicare un 12 pollici con 4 brani. “Loving machinery” (1982) fu il grido al silicio dei Central Unit. In copertina, un disegno di Giorgio Carpinteri che nelle sue sagome taglienti riuscì a dare una perfetta veste grafica alla musica del combo. L’elettronica romantica della band fece breccia tra gli ascoltatori e le esibizioni si moltiplicarono. I Central Unit parteciparono alla rassegna Contaminazioni, promossa dall’Assessorato alla Cultura, prima esibizione che vedeva, oltre alla musica, la presenza imponente di elementi scenografici, quindi si cimentarono anche nella realizzazione di una colonna sonora per un'esposizione di Carpinteri alla Galleria d’arte moderna di Bologna. Le cose procedevano a spron battuto. La band rientrò in studio con un produttore artistico d’eccezione: Peter Principle dei Tuxedomoon e la CGD cominciò a corteggiare il gruppo che alla fine firmarono. La notizia rimbalzò da una parte all’altra della penisola: in considerazione del fatto che i Central Unit non facevano di certo musica di facile ascolto, il contratto con la CGD sembrò a tutti un segnale positivo. Nel 1983, uscì “Central Unit” con un altro disegno di Carpinteri in copertina: la musica si era un poco addolcita, ma il pubblico sembrò non apprezzare. La band sonorizzò anche un film muto del 1919, “Il gabinetto del dr. Caligari” e fu invitata al festival No wave, no jazz di Berlino. La mancata vendita dell’album indusse però la CGD a rompere il contratto. I Central Unit non riuscirono a superare la botta e si sciolsero. Giuliani e Pietropoli entrarono nei Not machine, insieme a Cristinelli. Nitti continuò a comporre canzoni. Pietropoli successivamente si vide con Noiseboys, Radio City, Jumping Shoes e Lainz. Fallito un primo tentativo di rimettere in piedi la band, sul finire degli anni novanta, la band si riformò con l’intenzione di festeggiare il ventennale. Nitti dovette però abbandonare ed il suo posto fu preso da Riccardo Lolli (voce, tastiere). La formazione composta da Lolli, Pietropoli, Giuliani e Caramelli diede alla luce un cd-demo suscitando l’interessa della MP Records di Padova che decise nel 2003 di pubblicare, su cd, i primi due lavori. L’anno successivo fu la volta di un album di materiale inedito, “Internal cut”, sempre Carpinteri in copertina come marchio di fabbrica di. I Central Unit dimostrarono che avevano ancora voglia di suonare a grandi livelli. Oggi (2010) si vocifera di un nuovo album in procinto di essere pubblicato sempre dalla MP Records. I ben informati dicono che si intitolerà “I see you”. La storia continua.

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